sabato 8 novembre 2008

Stato confessionale

Non voglio parlare di paesi che discriminano per esplicita scelta le persone in base al credo religioso, paesi come l'Arabia Saudita o la Città del Vaticano. Voglio parlare dell'Italia, Paese che si sta dimostrando sempre più allineato su posizioni pericolosamente e disgustosamente confessionali.

Come definireste un Paese nel quale un ragazzo viene trattenuto per otto ore - sino al termine cioè della visita del capo della Chiesa Cattolica nella sua città - in una caserma della polizia in quanto reo di aver indossato una maglietta raffigurante una croce sovrastata dal simbolo di divieto ?

D'accordo, non l'hanno bruciato in piazza, e questa è la buona notizia.

Quelle cattive invece sono molte: che il discostarsi dalla massa per quanto riguarda le convinzioni filosofico-religiose è considerato alla stregua di un reato, benché non sia ovviamente previsto come tale. Che le forze di pubblica sicurezza possono trattenere un individuo in caserma pur sapendo benissimo di non potergli contestare alcun reato.

Che le forze dell'ordine di uno stato sedicente laico si premurano di evitare qualunque possibile fastidio o contestazione al capo di un'organizzazione religiosa, come fossero al suo soldo od al suo servizio.

La vittima degli abusi sopra descritti ha scritto al Presidente della Repubblica una lettera, la cui richiesta di rendere nuovamente (o forse sarebbe meglio dire finalmente) l'Italia uno stato laico mi sento ovviamente di sottoscrivere.

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