lunedì 3 novembre 2008

Senza superstizioni

Benedetto XVI, in un attacco di comicità involontaria, parla della necessità di "affrontare il tema della morte senza mitologie e superstizioni". Un po' come se Maradona proponesse di "affrontare il tema dello sport senza riferimenti al calcio"... Maradona senza calcio, ve lo immaginate ? Ed una religione senza mitologia e superstizione ?

Se poi vogliamo parlare della Chiesa Cattolica e del tema della morte... be', dobbiamo distinguere tra morte e morte, visto che la Chiesa Cattolica respinge la possibilità di autodeterminazione di ogni individuo in proposito, ma non esclude né condanna - da un punto di vista strettamente dottrinale - la pena di morte inflitta da uno Stato...

6 commenti:

  1. Mi piacerebbe sapere da un cattolico, il suo punto di vista.

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  2. Non intravedo nessuna comicità nell'invito del Papa: "E' necessario affrontare il tema della morte e della vita eterna, per evitare che la verità cristiana si confonda con credenze superstiziose e mitologie di vario genere". Il cristianesimo non è magia, è la risposta all'istanza più profonda dell'uomo: "tutti vogliamo la 'vita beata', la felicità" anche se "non sappiamo bene che cosa sia e come sia, ma ci sentiamo attratti verso di essa. [...] E' questa una speranza universale, comune agli uomini di tutti i tempi e di tutti luoghi. L'espressione 'vita eterna' vorrebbe dare un nome a questa attesa insopprimibile: non una successione senza fine, ma l'immergersi nell'oceano dell'infinito amore, nel quale il tempo, il prima e il dopo non esistono più. Una pienezza di vita e di gioia: è questo che speriamo e attendiamo dal nostro essere con Cristo".

    Quanto al tema, un po' forzatamente ;-) collegato a questo nel post, invito a leggere una spiegazione chiara qui: http://www.chiediloaldon.it/?p=220

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  3. Credere in una religione non è diverso, come meccanismo mentale e psicologico, dal credere a Babbo Natale, o che un gatto nero porti sfortuna a coloro ai quali attraversa la strada.
    Nulla di male, in nessuno di questi casi, ovviamente.
    Quasi tutti i bambini credono a Babbo Natale, od a qualche sua versione locale (a Brescia va molto santa Lucia). Ci si crede, se ne ha un po' paura, si piange quando si scopre la verità. Poi si cresce e si ripensa con un sorriso all'ingenuità della propria infanzia.
    Superstizioni e religioni sono più dure a morire, forse perché sono orientate ad influire sulla vita degli adulti più che su quella dei bimbi. Chi se ne libera, tuttavia, segue un percorso analogo, di crescita intellettuale e spirituale, che porta ad una liberazione e ad una maggiore autocoscienza. Nulla di male, ovviamente, quando non è così.
    Ma il meccanismo è lo stesso: credere (dunque non "pensare") in qualche cosa senza avere alcuna prova che le cose stiano veramente in quel modo. Nulla di male, per come la vedo io.
    Un po' ridicolo - ma non è l'unico aspetto ridicolo delle frequenti esternazioni del cardinale Ratzinger - che il capo di un'associazione religiosa tuoni contro le superstizioni. Ma ridere non ha mai fatto male a nessuno, e allora forse davvero Ratzy ci salverà la vita... tra un'immunità e l'altra...

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  4. Ringrazio Annamaria per la sua risposta.
    Le superstizioni sono frutto della scarsa conoscenza del mondo che ci circonda, e, perchè no, anche di chi ci inculca sin da piccoli idee e concetti dogmatici.
    Si può superare l'ostacolo della superstizione con la conoscenza e facendo funzionare quel fantastico organo di cui siamo dotati... il cervello.
    Questo potrebbe voler dire, mettere in discussione le proprie credenze. Io l'ho fatto e continuo a farlo, meravigliandomi di come, la mancanza di superstizioni, possa rendere liberi.

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  5. Continuo qui il mio discorso, agganciandomi al discorso sul tema della morte e la CCAR...
    A dire il vero volevo scrivere due righe a freddo, ma poco fa ho deciso di farlo subito.
    Faccio un rapido riepilogo dei fatti che mi sono appena accaduti:
    Domenica scorsa è morto il figlio di mia sorella, un pupattolo di 43 giorni.
    Ovviamente la notizia è stata devastante come l'esplosione di una bomba atomica nel giardino di casa. Abbiamo dovuto seguire tutta la triste trafila per il funerale, che, per scelta di mia sorella, doveva essere religioso.
    Per una volta, ho ritenuto opportuno zittire la mia ragione, privilegiando quelle di mia sorella; se lei ci crede, non ci vedo nulla di male...
    E qui inizia il racconto surreale; il prete, interpellato per l'occasione, si è mostrato disponibile al funerale in chiesa, ma, venuto a scoprire che il bambino non era stato battezzato, ha iniziato ad opporsi, con la scusa che non poteva farlo per un bambino senza battesimo.
    Io ero nei paraggi (obitorio) e subito mi sono "agganciato" al discorso, dato che mia sorella stava gettando la spugna.
    Cercando di smorzare tutta la mia rabbia, parlando con il prete, che arroccandosi su discorsi filosofico-religiosi, cercava di chiudere il discorso, vietando di fatto l'ingresso in chiesa della bara, gli ho fatto notare che il vaticano concede i funerali religiosi a cani e porci (dittatori sudamericani, capibanda della magliana, mafiosi...), ma non ad un piccolo bambino, che non ha mai fatto nulla di male.
    La gente attorno mormorava, e sommessamente accennava alcune lamentele.
    Volete sapere come è finita la storia?
    Si è fatto il funerale in chiesa.
    Anche questa volta non sono riuscito ad entrarci, a causa del disgusto che ho per l'arroganza clericale.
    Che mio nipote Michael riposi in pace...

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  6. aggiungo...
    Ci sono chiese in cui entrano gli animali e vengono pure benedetti.
    http://www.amicicani.com/index.php?oper=newsleggi&id=269
    Mi piace la coerenza cattolica, adattabile all'occasione.

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